sabato 24 maggio 2008

Le badanti fanno litigare i ministri.

C´è un po´ di confusione su clandestini, immigranti e badanti nel governo di Berlusconi. L´idea è quella di cacciarli tutti, tranne chi può essere sfruttato: operai che rientrano nelle quote e badanti. Solo perché «socialmente utili», sia ben chiaro. Altrimenti, fuori anche loro. Ma c´è anche chi non frega nulla nemmeno dell´utilità e li vorrebbe tutti fuori dai piedi.
Il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi (Dca), si preoccupa per le nonnine che verrebbero lasciate a se stesse e assicura: «Nessuna paura per le badanti. Il percorso del disegno di legge parlamentare e, dunque, suscettibile di cambiamenti: il governo non vuole certo per togliere le badanti alle nonnine».
Ma il duro e puro del governo, Ignazio La Russa, storce il naso e ribadisce imperiosamente: «In Consiglio dei ministri non sono solo ministro della Difesa ma anche il "reggente" di Alleanza nazionale». Sul tema, «va trovata al più presto una soluzione» e la sua, escludendo la sanatoria e prevedendo misure volte a punire «le finzioni illegali», è la seguente: «Per chi già lavora si può evitare l´espulsione conseguente al reato di immigrazione clandestina se il datore di lavoro, che deve essere un cittadino italiano, paga almeno sei mesi di contributi arretrati e stipula un contratto. Così si può mettere in regola la badante e si risponde alle esigenze di tantissimi italiani». Il ministro dell´Interno, Roberto Maroni, è più prudente su questo fronte, e questo fa saltare la mosca al naso del "reggente di An", che ribatte: «Il collega dell´Interno deve anche trovare una soluzione, che ancora non vedo. Io ho visto in lui solo un messaggio duro contro gli irregolari. E sono rimasto sorpreso». Linea dura, quindi, contro tutti.
«Sulla questione della regolarizzazione delle badanti non vorremmo si stesse alimentando solo confusione», è costretto ad ammettere Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, leggendo tutte le dichiarazioni disparate su questo tema da parte dei suoi colleghi. «Non abbiamo alcuna intenzione di procedere ad espulsioni indiscriminate né a sanatorie di massa - tenta faticosamente di spiegare -. Per questo il reato di clandestinità lo abbiamo giustamente previsto per chi entra in Italia in violazione delle disposizioni di legge. Non vogliamo cacciare nessuno, tanto meno chi risiede stabilmente e contribuisce allo sviluppo del paese». «Può essere questo il caso di badanti e di tutti quegli stranieri che hanno una collaborazione con le famiglie italiane dichiarata e tutelata. Ma vanno fissati dei criteri, va stabilito chi può rientrare in questa categoria per evitare confusioni. Prima di parlare di sanatorie, quindi, vanno fissati criteri e regole precise», conclude Gasparri. Cacciare gli immigrati sì, allora. Ma solo quelli inutili.
Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, cerca di accontentare tutti: «Bisogna capire veramente chi è badante e chi non lo è. Bisogna partire da questo per prendere poi delle decisioni, perché certamente non può essere il modo questo per fare la sanatoria».
È contrario Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia ed esponente del Popolo della Libertà. «Sarà il Parlamento a discutere della questione», ribatte. «Dal mio punto di vista l'introduzione di questo reato indebolisce la lotta alla clandestinità e non la rafforza». Quindi sul reato di immigrazione clandestina non condivide la linea di Maroni? «No. E la norma non è mica nel programma di governo. Nel programma del Pdl non c'è il reato di immigrazione clandestina; quindi sono per toglierlo in Parlamento. Anche perchè, poichè il reato si applica a tutti, come si fa a distinguere la badante dallo spacciatore di droga e da chi gestisce il racket della prostituzione?». Che fare con badanti e colf? «Regolarizzare vuol dire invece che chi ha un rapporto di lavoro già in essere ad esempio con il signor Rossi questo si trasforma in un contratto di lavoro. Quindi la badante somala o ucraina che è entrata in Italia, magari con un permesso di studio o per turismo o per varie ragioni (ma è entrata legalmente) e ora lavora presso una famiglia e nel frattempo le è scaduto il permesso (e quindi sostanzialmente è irregolare), questo rapporto di lavoro può trasformarlo in un contratto, regolarizzando così la sua posizione. Questo è il provvedimento da adottare».
In attesa che il governo faccia pace con i suoi pensieri, Angelino Alfano è molto più pratico. Indipendentemente dal fatto che le badanti entrino o meno in carcere prima di essere espulse, il ministro della Giustizia è lungimirante: «Ora bisogna certamente costruire nuove carceri». Per il momento, invece, si «soprassiede» sull'annunciata stretta sulla legge Gozzini: «Dobbiamo rifletterci meglio», ammette il guardasigilli.

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